© Begoña Feijoò Fariña 2023
Begoña Feijoó Fariña

Teatro

Nel 2015 è nata, dalla collaborazione con la straordinaria e preziosa amica Chiara Balsarini (premio d’incoraggiamento del Cantone dei Grigioni nel 2021), la compagnia inauDita. Fin dal suo debutto la compagnia si affida, per le sue produzioni, a professionisti di maggiore esperienza ed insegnanti incontrati durante il periodo di formazione dalle sue due componenti
Produzioni compagnia: Circondario confinante Attraverso i gesti quotidiani, l’anziana Meneghina, rievoca memorie legate al contrabbando tra Valtellina e Valposchiavo. La confusione e la solitudine, con le quali Meneghina convive, contrabbandano i suoi ricordi nel presente. La polvere depositata dal tempo sugli eventi vissuti a tratti è spazzata via e le immagini ritornano nitide. Meneghina rivive il suo passato, un passato che potrebbe essere di tutti quelli che abitavano dentro al circondario confinante. Lei ha il grembiule a fiori, le ciabatte ai piedi e anche le calze, grosse, lavorate a mano. Lei ha gli occhiali spessi e la memoria bucata. Produzione e testo: Compagnia inauDita Regia: Begoña Feijoò Fariña Con: Chiara Balsarini Disegno luci e tecnica: Andrea Borzatta Collaborazione artistica: Bernard Stöc Mi non sei Mi non sei (io non so) è una frase ricorrente nelle trascrizioni dei processi per stregoneria avvenuti fra il XII e il XIII secolo a Poschiavo, piccolo borgo del Grigioni Italiano. Gli anni più bui dell’inquisizione in Valposchiavo (1671-1673) videro il 6% della popolazione femminile imputata per tali reati. Nell’archivio del comune di Poschiavo sono conservati ben 128 verbali di processi per stregoneria, da questi nasce il testo di Mi non sei, omaggio alle vittime e implicita denuncia dei carnefici. In Mi non sei le parole delle “streghe” Caterina Lardelli e Anna Gervas, detta Brandula, raccontano una storia comune a molti dei processi per stregoneria. Una storia di diffidenza, superstizione e confessioni estorte sotto tortura. “La fame e la paura della fame erano alla base di tante accuse” (Il martirio delle streghe, Tiziana Mazzali) Progetto, drammaturgia e regia: Compagnia InauDita Con: Chiara Balsarini e Begoña Feijoo Fariña Consulenza artistica: Massimiliano Zampetti, Paola Gianoli Maraya - Dell'amore e della forza Come ci si salva da noi stessi? Con determinazione, la stessa determinazione che serve a raggiungere la cima di una montagna. È un viaggio in salita quello che Maraya, chiusa fra le mura della sua casa, compie. Un viaggio attraverso cui cerca di allontanarsi dal richiamo della bottiglia, l’amica che ha scelto perché “non è mica come le persone, che credi di sapere dove sono e poi non ci sono più”. Lo spettacolo, il cui testo è ispirato al romanzo Maraya (della stessa Begoña Feijoo Fariña), vuole raccontare la difficile ascesa di chi dall’alcolismo cerca di uscire. Lo fa attraverso un lungo delirio allucinatorio, rotto da brevi e indefinibili momenti di lucidità. Il mondo esterno entra dentro la stanza, in cui Maraya si è chiusa per “non più bere”, e cambia forma, infiltrandosi nella sua visione distorta di luoghi e tempo. Ed è il tempo, con il suo trascorrere disordinato, a guidare Maraya nella ricerca di una meta forse impossibile. Di e con: Begoña Feijoo Fariña Dramaturg coach: Ester Tatangelo Consulenza artistica: Chiara Balsarini e Massimiliano Zampetti Acting coaching: Massimiliano Zampetti Aiuto regia: Riccardo Pumpo Disegno luci e tecnica: Romeo Pazzinetti Produzione: Compagnia inauDita Ursin Ispirata dal celebre racconto scritto da Selina Chönz e illustrato da Alois Cariget, la compagnia inauDita propone uno spettacolo adatto ad un pubblico di tutte le età. In scena Chiara Balsarini, accompagnata dal vivo da Alessandro De Simoni. Il racconto, ambientato in un piccolo villaggio engadinese narra le vicende del piccolo Ursli. Siamo alle porte del Chalandamarz, festa tradizionale dove ogni anno, il primo marzo, i bambini percorrono le strade dei paesi scacciando l'inverno al suono di campanacci. Anche Ursli si prepara per la festa, certo di poter partecipare al fianco dei ragazzi grandi che sfilano suonando i campanacci più grossi, ma in sorte gli tocca la campanella più piccola. Qui inizia l'avventura di Ursli, che, per paura di essere preso in giro dagli altri ragazzi, decide di andare a cercare un campanaccio più grande. Un lieto fine conclude il racconto dai temi profondi come la determinazione e il coraggio, la relazione verso i genitori e il senso di appartenenza ad un gruppo. Regia: Egidia Bruno e Chiara Balsarini Accompagnamento musicale dal vivo: Alessandro De Simoni Assistenza alla regia: Begoña Feijoó Fariña Scene e costumi: Anna Capelli Disegno luci: Maurizio Natali Assistenza tecnica: Ivan Azzetti Produzione: compagnia inauDita Lo spettacolo è tratto da Schellen-Ursli di Alois Carigiet e Selina Chönz, Orell Füssli, 1971.
© Begoña Feijoò Fariña 2022
Begoña Feijoó Fariña

Teatro

Nel 2015 è nata, dalla collaborazione con la straordinaria e preziosa amica Chiara Balsarini (premio d’incoraggiamento del Cantone dei Grigioni nel 2021), la compagnia inauDita. Fin dal suo debutto la compagnia si affida, per le sue produzioni, a professionisti di maggiore esperienza ed insegnanti incontrati durante il periodo di formazione dalle sue due componenti
Produzioni compagnia: Circondario confinante Attraverso i gesti quotidiani, l’anziana Meneghina, rievoca memorie legate al contrabbando tra Valtellina e Valposchiavo. La confusione e la solitudine, con le quali Meneghina convive, contrabbandano i suoi ricordi nel presente. La polvere depositata dal tempo sugli eventi vissuti a tratti è spazzata via e le immagini ritornano nitide. Meneghina rivive il suo passato, un passato che potrebbe essere di tutti quelli che abitavano dentro al circondario confinante. Lei ha il grembiule a fiori, le ciabatte ai piedi e anche le calze, grosse, lavorate a mano. Lei ha gli occhiali spessi e la memoria bucata. Produzione e testo: Compagnia inauDita Regia: Begoña Feijoò Fariña Con: Chiara Balsarini Disegno luci e tecnica: Andrea Borzatta Collaborazione artistica: Bernard Stöc Mi non sei Mi non sei (io non so) è una frase ricorrente nelle trascrizioni dei processi per stregoneria avvenuti fra il XII e il XIII secolo a Poschiavo, piccolo borgo del Grigioni Italiano. Gli anni più bui dell’inquisizione in Valposchiavo (1671-1673) videro il 6% della popolazione femminile imputata per tali reati. Nell’archivio del comune di Poschiavo sono conservati ben 128 verbali di processi per stregoneria, da questi nasce il testo di Mi non sei, omaggio alle vittime e implicita denuncia dei carnefici. In Mi non sei le parole delle “streghe” Caterina Lardelli e Anna Gervas, detta Brandula, raccontano una storia comune a molti dei processi per stregoneria. Una storia di diffidenza, superstizione e confessioni estorte sotto tortura. “La fame e la paura della fame erano alla base di tante accuse” (Il martirio delle streghe, Tiziana Mazzali) Progetto, drammaturgia e regia: Compagnia InauDita Con: Chiara Balsarini e Begoña Feijoo Fariña Consulenza artistica: Massimiliano Zampetti, Paola Gianoli Maraya - Dell'amore e della forza Come ci si salva da noi stessi? Con determinazione, la stessa determinazione che serve a raggiungere la cima di una montagna. È un viaggio in salita quello che Maraya, chiusa fra le mura della sua casa, compie. Un viaggio attraverso cui cerca di allontanarsi dal richiamo della bottiglia, l’amica che ha scelto perché “non è mica come le persone, che credi di sapere dove sono e poi non ci sono più”. Lo spettacolo, il cui testo è ispirato al romanzo Maraya (della stessa Begoña Feijoo Fariña), vuole raccontare la difficile ascesa di chi dall’alcolismo cerca di uscire. Lo fa attraverso un lungo delirio allucinatorio, rotto da brevi e indefinibili momenti di lucidità. Il mondo esterno entra dentro la stanza, in cui Maraya si è chiusa per “non più bere”, e cambia forma, infiltrandosi nella sua visione distorta di luoghi e tempo. Ed è il tempo, con il suo trascorrere disordinato, a guidare Maraya nella ricerca di una meta forse impossibile. Di e con: Begoña Feijoo Fariña Dramaturg coach: Ester Tatangelo Consulenza artistica: Chiara Balsarini e Massimiliano Zampetti Acting coaching: Massimiliano Zampetti Aiuto regia: Riccardo Pumpo Disegno luci e tecnica: Romeo Pazzinetti Produzione: Compagnia inauDita Ursin Ispirata dal celebre racconto scritto da Selina Chönz e illustrato da Alois Cariget, la compagnia inauDita propone uno spettacolo adatto ad un pubblico di tutte le età. In scena Chiara Balsarini, accompagnata dal vivo da Alessandro De Simoni. Il racconto, ambientato in un piccolo villaggio engadinese narra le vicende del piccolo Ursli. Siamo alle porte del Chalandamarz, festa tradizionale dove ogni anno, il primo marzo, i bambini percorrono le strade dei paesi scacciando l'inverno al suono di campanacci. Anche Ursli si prepara per la festa, certo di poter partecipare al fianco dei ragazzi grandi che sfilano suonando i campanacci più grossi, ma in sorte gli tocca la campanella più piccola. Qui inizia l'avventura di Ursli, che, per paura di essere preso in giro dagli altri ragazzi, decide di andare a cercare un campanaccio più grande. Un lieto fine conclude il racconto dai temi profondi come la determinazione e il coraggio, la relazione verso i genitori e il senso di appartenenza ad un gruppo. Regia: Egidia Bruno e Chiara Balsarini Accompagnamento musicale dal vivo: Alessandro De Simoni Assistenza alla regia: Begoña Feijoó Fariña Scene e costumi: Anna Capelli Disegno luci: Maurizio Natali Assistenza tecnica: Ivan Azzetti Produzione: compagnia inauDita Lo spettacolo è tratto da Schellen-Ursli di Alois Carigiet e Selina Chönz, Orell Füssli, 1971.