© Begoña Feijoò Fariña 2023
Begoña Feijoó Fariña

Bio

Sono nata a pochi passi dall’oceano, in inverno. Mentre le onde

agitavano le navi al porto, poco dopo la mezzanotte, i miei polmoni si

riempivano di aria per la prima volta. Il mondo entrava dentro di me,

mentre mia madre stanca si lasciava andare a un leggero sorriso. O

almeno è così che mi piace pensare sia andata.

In realtà so solo di essere nata nella prima ora di un lunedì di marzo, in uno Stato uscito da meno di due anni da una dittatura durata troppo a lungo. Sono nata in un Paese che voleva rinascere ma non aveva abbastanza pane per tutti i suoi figli. Tra i figli senza pane c’erano i miei genitori, che presto partirono, come altre centinaia di migliaia di giovani spagnoli in quegli anni, in cerca di qualcosa di più della sicurezza di un pasto alla volta. Solo anni dopo arrivai in Svizzera anch’io. Avevo 12 anni, diventavo ragazza e scoprivo che il mondo poteva essere molto diverso da come lo conoscevo. Guardo con il sorriso a quei primi anni circondata da una lingua nuova, all’imbarazzo di non sapermi dire con chiarezza, all’incapacità di pronunciare le doppie e al mio desiderio di essere trasparente, sorda e muta. La lingua mi ha abbracciata e io ho abbracciato lei, anche se non ne ero consapevole. Dopo alcuni anni in cui a scrivere non ci pensavo più e leggere mi risultava difficile, improvvisamente è tornato il desiderio di tradurre pensieri e immagini in parole, di creare storie. Come credo accada a chiunque fatichi a decidere cosa fare da grande, ho cambiato strada molte volte. Mi sono nutrita di conoscenze diverse e ho avuto la fortuna di incontrare alcuni insegnanti straordinari. Ho fatto una ventina di lavori diversi, mi sono iscritta all’università a 23 anni e a 30 ho conseguito la laurea in Scienze Biologiche. Amavo e tuttora amo la natura, le sue regole e i suoi segreti. Mentre imparavo cose e mestieri la parola provava costantemente a richiamarmi a sé. Le ho concesso piccoli spazi, su quotidiani o settimanali, prima di aprirle definitivamente le porte. Da alcuni anni dedico la mia vita a teatro e letteratura, provando a fare ogni giorno un po’ meglio del precedente e impegnandomi per valorizzare e far conoscere il lavoro di chi è molto più bravo di me. Mossa da questo desiderio ho ideato e dirigo la rassegna di teatro contemporaneo I MONOLOGANTI (Casa Besta, Brusio) e il festival Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo, aiutata da collaboratori generosi e capaci.
© Begoña Feijoò Fariña 2022
Begoña Feijoó Fariña

Bio

Sono nata a pochi passi dall’oceano, in inverno. Mentre

le onde agitavano le navi al porto, poco dopo la

mezzanotte, i miei polmoni si riempivano di aria per la

prima volta. Il mondo entrava dentro di me, mentre mia

madre stanca si lasciava andare a un leggero sorriso. O

almeno è così che mi piace pensare sia andata.

In realtà so solo di essere nata nella prima ora di un lunedì di marzo, in uno Stato uscito da meno di due anni da una dittatura durata troppo a lungo. Sono nata in un Paese che voleva rinascere ma non aveva abbastanza pane per tutti i suoi figli. Tra i figli senza pane c’erano i miei genitori, che presto partirono, come altre centinaia di migliaia di giovani spagnoli in quegli anni, in cerca di qualcosa di più della sicurezza di un pasto alla volta. Solo anni dopo arrivai in Svizzera anch’io. Avevo 12 anni, diventavo ragazza e scoprivo che il mondo poteva essere molto diverso da come lo conoscevo. Guardo con il sorriso a quei primi anni circondata da una lingua nuova, all’imbarazzo di non sapermi dire con chiarezza, all’incapacità di pronunciare le doppie e al mio desiderio di essere trasparente, sorda e muta. La lingua mi ha abbracciata e io ho abbracciato lei, anche se non ne ero consapevole. Dopo alcuni anni in cui a scrivere non ci pensavo più e leggere mi risultava difficile, improvvisamente è tornato il desiderio di tradurre pensieri e immagini in parole, di creare storie. Come credo accada a chiunque fatichi a decidere cosa fare da grande, ho cambiato strada molte volte. Mi sono nutrita di conoscenze diverse e ho avuto la fortuna di incontrare alcuni insegnanti straordinari. Ho fatto una ventina di lavori diversi, mi sono iscritta all’università a 23 anni e a 30 ho conseguito la laurea in Scienze Biologiche. Amavo e tuttora amo la natura, le sue regole e i suoi segreti. Mentre imparavo cose e mestieri la parola provava costantemente a richiamarmi a sé. Le ho concesso piccoli spazi, su quotidiani o settimanali, prima di aprirle definitivamente le porte. Da alcuni anni dedico la mia vita a teatro e letteratura, provando a fare ogni giorno un po’ meglio del precedente e impegnandomi per valorizzare e far conoscere il lavoro di chi è molto più bravo di me. Mossa da questo desiderio ho ideato e dirigo la rassegna di teatro contemporaneo I MONOLOGANTI (Casa Besta, Brusio) e il festival Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo, aiutata da collaboratori generosi e capaci.